Quando crescita economica e benessere umano possono andare d’accordo con l’ambiente. Il gelataio piemontese conosciuto ormai in tutto il mondo, è riuscito a ridurre l’impatto ambientale dei gelati da passeggio.

Sul numero di Giugno/Luglio 2013 di Green Business, la prima rivista delle imprese sostenibili, abbiamo pubblicato un’infografica che racconta, attraverso l’uso di immagini, una case history sul packaging sostenibile che ha come protagoniste due eccellenze Piemontesi.

In questo articolo vogliamo mostrarvi come un modello di business virtuoso, che dalla dimensione artigianale ha assunto rilievo internazionale grazie alla cura e alla qualità delle risorse, sia riuscito anche nell’intento di ridurre l’impatto ambientale della sua attività economica.

Parliamo della collaborazione tra due aziende Piemontesi: Grom, il produttore di gelato conosciuto ormai a livello internazionale per la scrupolosa ricerca delle migliori materie prime, e di Novamont, leader mondiale nel settore delle bioplastiche.

UNA STORIA TUTTA NATURALE

Nata come gelateria artigianale nel centro di Torino, Grom è il frutto del lavoro appassionato di Federico Grom e Guido Martinetti. L’azienda ha riscontrato un grande successo presso una clientela sempre maggiore, che ha portato all’apertura degli attuali 62 punti vendita sia sul territorio nazionale sia all’estero.

AL CENTRO LA TERRA E L’AGRICOLTURA

Come ci racconta Guido Martinetti, Grom ha sempre tenuto al centro del suo pensiero operativo la terra e l’agricoltura e questo ha guidato un processo di crescita economica sostenibile, che vede l’ambiente come un enabler della crescita economica aziendale e del benessere umano dei dipendenti e dei clienti.

MURA MURA

Questo pensiero ha portato, nel 2007, alla nascita del progetto Mura Mura, l’azienda agricola di Costiglione d’Asti dove è coltivata la frutta biologica utilizzata per la preparazione dei gelati, nel rispetto della biodiversità locale.

L’attenzione all’ambiente si affianca al riconoscimento dell’importanza del capitale umano, che dal 2009 viene formato internamente affinché si possa crescere professionalmente in azienda: «Siamo come una squadra sportiva e la crescita commerciale del nostro business viene portata avanti dall’interno – afferma sempre Martinetti –. In Grom non assumiamo persone a un livello di carriera alto, chi vuole crescere deve incominciare dal basso».

UN IMPEGNO PER L’AMBIENTE

Negli ultimi quattro anni, questo pensiero orientato all’ambiente e alla terra come fonte principale delle materie prime indispensabili per il successo dell’azienda, ha portato Grom a lavorare con un’altra azienda piemontese, Novamont (leader mondiale nel settore delle bioplastiche), per ridurre l’impatto ambientale del consumo di gelato da passeggio.

infografica grom novamont

MATER-BI

Grazie all’utilizzo della bioplastica Mater-Bi, l’azienda evita di immettere ogni anno nell’ambiente più di 12 milioni di accessori fra coppette, cannucce e cucchiaini di plastica. Tutti questi accessori, inevitabilmente necessari per il consumo del gelato da passeggio, sono stati sostituiti con articoli biodegradabili a base di amido di mais, grano e patata, riducendo del 30% le emissioni di gas serra e del 25% il consumo di energia non rinnovabile.

IL CASO GROM: LOGO NOVAMONT

Un’altra storia di riduzione di CO2 direte? Si anche ma ciò che conta è che Grom, e Novamont stanno indicando una via da seguire per un cambio culturale che si oppone alla cultura usa e getta con un approccio pionieristico nell’industria del gelato. In questo modo è possibile ridurre lo sfruttamento del capitale naturale aumentando allo stesso tempo il capitale sociale di un’azienda costantemente in crescita. La cultura aziendale di GROM lascia ben sperare anche per il futuro che sicuramente porterà nuove eco-innovazioni, magari riducendo le emissioni dovute alla movimentazione della materia prima inviata ai punti vendita.

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