Utilizzare Analytics per accrescere la brand awareness

Google Analytics è lo strumento di tracciamento delle statistiche di un sito internet per eccellenza. Fornito gratuitamente da Google, è lo strumento di analisi più utilizzato nel web. Google Analytics può, anzi deve essere, utilizzato anche per capire chi sono i propri clienti e come raggiungerne di nuovi per accrescere la propria attività.

Dati demografici degli utenti

Il primo rapporto Analytics utile per analizzare il proprio target è quello relativo ai dati demografici degli utenti. All’interno di “Categorie di affinità” è possibile vedere a cosa sono maggiormente interessati i visitatori: in questa sezione di Analytics sono disponibili dati sulle sessioni di visita e sul loro tasso di conversione all’obiettivo per categorie di affinità dei visitatori.

Le sezione “Età” e  “Sesso” è invece utile per capire chi sono i visitatori: dove abitano, quanti anni hanno e di che sesso sono.

Una volta raccolti questi dati bisognerà chiedersi se quanto emerso corrisponde alle proprie conoscenze riguardo il proprio pubblico di destinazione. Perché quegli utenti hanno visitato il sito? Come possono essere raggiunti? I dati racoclti potranno essere utilizzati per  creare il futuro targeting delle campagne pubblicitarie.

Età, sesso e dati geografici degli utenti indicano chi deve essere scelto come target. E’ una buona idea controllare che gli effettivi visitatori del sito siano allineati con il pubblico di destinazione delle campagne AdWords.

Volume e coinvolgimento

Nella sezione “Sorgente/mezzo” è possibile controllare se le parole chiave che contengono il nome del brand (query correlate al brand) hanno un buon rendimento. In base a questo si può capire se i visitatori sono a conoscenza dei termini correlati al brand e se questi generano davvero valore.

Il numero di query correlate al brand rivela come i clienti percepiscono il tuo brand e quanto lo ricordano. Se il target corrisponde proprio alle query correlate al brand e tali query compaiono nel rapporto sulle query più frequenti, ciò significa che esiste già una domanda per il brand. In questo caso è una buona idea pensare a una strategia del brand per creare ulteriore domanda.

Se non compaiono query correlate al brand, ciò significa che la brand awareness non è elevata e si stanno perdendo delle
opportunità. In questo caso per generare più domanda può essere una buona idea promuovere il brand.

Se le query correlate al brand sono molte rispetto alla concorrenza (per fare un confronto si può utilizzare Google Trend)
ma il tasso di conversione all’obiettivo è basso, è bene controllare i flussi di utenti sul sito web e identificare il motivo per cui non il sito non soddisfa le aspettative degli utenti.

Ottimizzazione dell’account

Nella sezione “Sessioni e frequenze di rimbalzo per mezzo” si può verificare se le sessioni provengono dalla pubblicità o se sono organiche e si può vedere la frequenza di rimbalzo, ovvero la percentuale di visite di una sola pagina (i casi in cui gli utenti abbandonano il sito dalla pagina da cui sono entrati, senza navigare nel sito).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La sezione “Sessioni e frequenze di rimbalzo per pagina di destinazione” mostra inoltre quali pagine di destinazione hanno più sessioni e le frequenze di rimbalzo corrispondenti. Questo è un dato utile per capire se il sito attrae un numero sufficiente di visitatori.

Confrontare il numero di sessioni organiche e il numero di sessioni
a pagamento è utile per capire quanto investire in Adwords. Se il numero di sessioni a pagamento è inferiore rispetto a quello delle sessioni organiche, è consigliabile investire di più in pubblicità per il brand.

 

Le pagine di destinazione che hanno molte sessioni con un’elevata frequenza di rimbalzo probabilmente non soddisfano il pubblico e vanno migliorate. Le pagine di destinazione con una bassa frequenza di rimbalzo vanno prese ad esempio e sono quelle più adatte ad essere utilizzate come atterraggio delle campagne pubblicitarie di promozione del brand.

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